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giovedì 24 Aprile 2025
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    Camere “miste” in ospedale: una lettera per spiegare i motivi ai pazienti

    A Ponte a Niccheri e Figline: predisposta per uomini in camera con donne. E viceversa

    PONTE A NICCHERI (BAGNO A RIPOLI) – È raro ma può capitare. I posti letto sono tutti occupati e la paziente femmina appena giunta per essere ricoverata va sistemata in una stanza dove gli altri ospiti sono tutti maschi. O viceversa, ovviamente.

     

    L’evenienza è contemplata anche nelle procedure a cui i sanitari, medici e infermieri, si attengono per far funzionare i 6 ospedali dell’Azienda sanitaria di Firenze: Santa Maria Nuova, l’ex Palagi, Torregalli e Ponte a Niccheri nel capoluogo e gli ospedali di Borgo San Lorenzo e Figline Valdarno.

     

    Un paragrafo del manuale delle procedure, afferma che, qualora si verifichi la temporanea indisponibilità di posti letto di genere, suddivisi cioè in stanze riservate alle donne e stanze riservate agli uomini, il direttore sanitario del presidio e il coordinatore infermieristico devono predisporre una distribuzione dei letti appropriata in base alle esigenze, provvedendo ad un sistema di salvaguardia della privacy, essendo importante per il paziente che sia ricoverato il prima possibile in una camere di degenza piuttosto che attendere a lungo in Pronto soccorso.

     

    La necessità di ospitare temporaneamente il paziente in stanze miste data l’indisponibilità di posti letto di genere viene comunicata al paziente stesso o ai suoi familiari dal medico del pronto soccorso al momento del trasferimento in un reparto di degenza, e questa evenienza viene riportata sul verbale del Dipartimento dell’emergenza.

     

    In quei casi eccezionali nelle stanze “promiscue” (così le si sarebbero definite in altri tempi) vengono impiegate tende divisorie che consentano il più possibile il rispetto della privacy e la riduzione dell’eventuale imbarazzo.

     

    Negli ospedali di Santa Maria Annunziata e di Figline, il direttore sanitario, la dottoresse Francesca Ciraolo, d’intesa con la coordinatrice infermieristica, Maristella Mencucci, ha deciso, qualora si presenti una situazione di questo tipo e si debba ricorrere a stanze miste, di consegnare ai pazienti o ai loro familiari una lettera per informarli.

     

    Si legge nella versione al femminile: "Gentile Signora, la struttura del reparto in cui Lei è stata destinata e la saturazione dei posti letto disponibili non consentono al momento attuale di poterLa ricoverare in una stanza con pazienti del suo stesso genere. Nella Sua camera di degenza sono predisposte delle tende che Le garantiranno il comfort e la privacy necessari. Qualora questa situazione Le dovesse creare disagio è pregata di informare il personale infermieristico che si impegnerà nel reperire una diversa sistemazione, non appena questa sarà disponibile".

     

    Ne esiste ovviamente una versione anche rivolta ai maschi.

     

    Un calcolo preciso di quanti siano i casi simili in un anno in tutti gli ospedali della Asl 10 è impossibile, ma secondo i direttori sanitari sono rari nel complesso e tuttavia, quando avvengono o se non sono ben comunicati, possono essere fonte di disagi e lamentele.

     

    Proprio per spiegare queste assegnazioni di posto letto a Ponte a Niccheri e al Serristori è stato deciso di dare per iscritto, e prima, le motivazioni al paziente.

     

    di Redazione

    © RIPRODUZIONE RISERVATA

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