GRASSINA (BAGNO A RIPOLI) – Quando Alessandro e Patrizia appoggiarono i documenti sulla tavola apparecchiata per il pranzo, in un giorno come tanti altri, Leonardo e Tommaso guardarono velocemente ciò che c’era scritto. E scattarono in piedi ad abbracciarli gridando di felicità.
Un’esplosione di gioia pura ed entusiasmo, scomposta e sincera. Come fanno i ragazzi. Perché c’era festeggiare quello che sarebbe stato il fatidico passo che fin da bambini entrambi avevano chiesto di compiere ai loro genitori. Finalmente… coniugi Della Bella.
Conosciuti veramente da tutti a Grassina. Se per strada incontri uno dei due viene subito in mente anche… l’altro.
“Però siamo timidi” ci dicono sorridendo quando, al rientro dalla luna di miele, ci facciamo raccontare la loro lunga storia insieme. Iniziata molto prima di quel 23 settembre 2021, quando si sono uniti in matrimonio.
Una coppia che vive il paese, che crede nell’impegno dei singolo per il territorio. E che ha saputo trasmettere ai loro due figli valori importanti.
“Stiamo insieme dal 1980 – comincia a raccontare Patrizia – Lui aveva diciotto anni e io diciassette. Nata quasi per caso, come nascono gli amori a quell’età, lui mi corteggiava e grazie alle compagnie di amici che tanto andavano di moda prima, ci siamo conosciuti”.
“Sembrava più una infatuazione – sorride – e invece diventò una cosa molto seria. Facemmo la prima vacanza insieme sull’Argentario quando ancora io non ero maggiorenne”.
Dopo due anni, in seguito alla morte del padre di Alessandro, Patrizia andò a vivere da lui, lasciandosi alle spalle la delicata situazione dei suoi genitori che si stavano separando.
“Chiesi a Patrizia se volesse occupare quel posto a capo tavola che il babbo aveva lasciato vuoto – racconta Alessandro – E così iniziammo a convivere. Abbiamo fatto anche tante battaglie, siamo una coppia litigiosa e non avevamo niente che ci vincolasse ufficialmente”.
“Ma già dopo poco tempo che vivevamo insieme io iniziai a chiederle di sposarmi” continua Alessandro.
“Mi sarebbe piaciuto – risponde Patrizia – Da sempre, nonostante tutto, ho sentito molto il valore del matrimonio, anche grazie a ciò che mi aveva insegnato la mia mamma. Una decisione importante, alla quale volevo arrivare pronta e mi serviva tempo. L’esperienza negativa dei miei genitori non aveva incrinato la mia visione di famiglia, anzi mi aveva fatto capire profondamente il peso che aveva. Anche se l’ufficialità forse mi faceva paura”.
Stare bene ogni giorno insieme, costruire una vita di coppia iniziata da giovanissimi con amore e rispetto reciproco. Pensando che un giorno sarebbe arrivato il momento giusto per ufficializzarlo. Nel mezzo, intanto, sono passati… quarant’anni.
“Ci siamo sempre amati – dicono a una voce sola – e abbiamo portato avanti tanti progetti insieme, da quelli familiari, con i figli, a quelli lavorativi. Per sei anni abbiamo anche lavorato insieme, completamente assorbiti nella ditta di pelletteria che avevamo aperto”.
“Non avevamo più tempo per nient’altro – continua Patrizia – Non erano necessari dei fogli per stare insieme, non era necessario strutturare ufficialmente la famiglia. Noi ci sentivamo già famiglia e la nostra unione ci dava forza l’un con l’altro. Poi, a causa della guerra del Golfo, negli anni Novanta, chiudemmo la nostra ditta e tornammo a lavorare come dipendenti”.
Arrivò Leonardo: “Lui contribuì a farci sentire ancora più famiglia – ricorda Patrizia – Crescendo ci chiedeva insistentemente quando ci saremmo sposati. Secondo la sua visione pratica e lineare, se due persone stanno insieme il matrimonio è quello che dà il via alla famiglia”.
“Noi – aggiunge – gli rispondevamo che sarebbe stato meglio farlo quando lui fosse stato grande, se lo sarebbe potuto godere ed avrebbe capito meglio il valore di questo passo”.
“Inoltre, gli dicevamo cercando di convincerlo, avrebbe potuto contribuire facendoci da testimone – continua Alessandro – Ma cominciammo a capire che la famiglia sarebbe stata completa con un altro figlio. Dopo sette anni è arrivò Tommaso”.
Alessandro ci racconta con orgoglio che ha assistito ad entrambi i parti.
“Per noi i figli erano importantissimi – continua Patrizia – Fondamentali. Adesso Leonardo ha ventisette anni e Tommaso venti, due caratteri completamente diversi ma entrambi sono partecipi in tutti gli aspetti che riguardano la famiglia, sostenendoci quasi. A volte ci sentiamo come protetti”.
“Dopo l’arrivo di Tommaso – il pensiero però era sempre lì – Leonardo ricominciò a chiederci di sposarci. E ci diceva che sarebbe stato il momento giusto perché eravamo una famiglia completa”.
Il tempo trascorse ancora e le cose da fare non mancarono a Patrizia, in quella casa con tre uomini, di cui due bambini. E una nonna da seguire. La vita, con i suoi eventi previsti e imprevisti, andava avanti. Distraendoli dal pensare a concretizzare il progetto del matrimonio.
Quando Alessandro è andato in pensione, in questo 2021, ha preso in mano la situazione dicendo: “Ora ci sposiamo. Ho tempo per seguire tutto io, sei d’accordo Patrizia vero?”.
E’ stata questa la sua proposta di matrimonio, “senza possibilità di replica” ci dice Patrizia sorridendo.
“Repliche che poi non ci sarebbero state – precisa – ero arrivata al punto di pensare che per la nostra tutela sarebbe stato giusto farlo. Anche per questo, ma non solo ovviamente. Sarebbe stato un riconoscimento della nostra coppia”.
Il 23 settembre scorso hanno detto “sì” accompagnati dai loro due testimoni, Leonardo e Tommaso, e dall’affetto dei tantissimi amici e colleghi che, a sorpresa, li attendevano con palloncini colorati fuori dal palazzo comunale.
“Ognuno a modo suo ha voluto partecipare a questo giorno, dimostrandoci un grande affetto che ci ha commosso e scaldato il cuore. Grazie veramente a tutti” tengono a far sapere Alessandro e Patrizia. Prima di allontanarsi. Insieme.
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