IMPRUNETA – “Lo scorso 30 dicembre avevamo protocollato la nostra petizione sulla viabilità del centro storico di Impruneta, ed eravamo dunque in attesa della risposta dell’amministrazione comunale nei novanta giorni previsti dal Regolamento. In data 6 marzo, abbiamo letto con profondo imbarazzo la risposta firmata dal sindaco Riccardo Lazzerini“.
Lo scrivono i promotori della petizione sulla nuova viabilità a Impruneta: Alessandro Brogi, Chiara Innocenti, Cinzia Vecchio, Valentina Giannelli, Gabriele Franchi, Leonardo Rossi, Matteo Zoppini, Fabiano Cammelli, Laura Bagagli, Giany Tacconi.
“Nonostante quasi mille cittadini si siano esposti per chiedere modifiche al nuovo, folle assetto viario – riprendono – dal sindaco arrivano parole di sufficienza piene di arroganza, con una descrizione fasulla della realtà venutasi a creare ad Impruneta da un anno a questa parte”.
“Lazzerini – incalzano – fa riferimento a “tutti coloro che si sono sempre ritenuti soddisfatti”, “a coloro che non si sono espressi nel merito” e financo a presunti firmatari della petizione che si sarebbero “presentati al cospetto di questa amministrazione” per dire che la petizione oggi “non l’avrebbero firmata”. Per l’ennesima volta Lazzerini si dimostra il sindaco soltanto di una parte: dei suoi sostenitori, del suo fan club, tra presenza vere e fittizie”.
“E inoltre – rincarano – continua la sapiente opera di mistificazione, poiché nel citare il programma elettorale di Impruneta Rip@rti menziona sì l’intendimento sulla pedonalizzazione del centro, ma omette con astuzia una parola fondamentale che vi era scritta: sperimentazione”.
“Non vi è mai stata alcuna volontà di sperimentare – dicono ancora i promotori della petizione – ma solamente la convinzione di andare a diritto senza ascoltare niente e nessuno. Ad un anno dal suo avvio, la nuova viabilità ha evidentemente impoverito Impruneta e il suo tessuto economico-sociale: i negozi lavorano meno, la piazza è quasi sempre una landa desolata, il paese appare triste e spento come mai prima”.
“Eppure – accusano ancora – nonostante le proteste e le richieste di revisione complessiva del progetto da parte di commercianti e cittadini, Lazzerini prosegue spedito nel suo megalomane progetto distruttivo”.
“Un sindaco – concludono – dovrebbe essere il primo servitore di una comunità. Non il suo autoritario, cieco e arrogante carnefice”.
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