SAN CASCIANO – In questi giorni di festa le chiese di San Casciano splendono di colori primaverili e sono invase dai profumi della natura grazie al tradizionale rituale dei Sepolcri.
Che, fino a domani, lunedì dell’Angelo, la Compagnia del Suffragio e i volontari e le volontarie della Misericordia si impegnano a sfoggiare negli antichi luoghi di fede del centro storico del capoluogo.
Protagoniste di una pratica che la comunità tiene in vita da oltre mezzo secolo sono le vecce di grano, arricchite da margherite, begonie e piante di stagione.
Da qualche giorno un meraviglioso tappeto floreale, steso sotto l’altare, decora la chiesa di Santa Maria del Prato (o della Misericordia), in via Morrocchesi, e la chiesa di Santa Maria del Gesù (o del Suffragio), in via Roma.
Nel segno di una passione diffusa e collettiva, messa in campo da alcuni storici volontari: come Paola Migliorini della Compagnia del Suffragio, all’opera anche quest’anno, e l’ottantacinquenne Paolo Bacci, che, seppur da qualche tempo per l’avanzare dell’età abbia interrotto la sua preziosa opera in veste di volontario della Confraternita della Misericordia di San Casciano, ha rappresentato una delle anime più vitali e creative di questa tradizione.
E’ il sindaco Roberto Ciappi, in un’altra “tappa” nel viaggio alla scoperta delle radici del territorio e della cultura della memoria e delle tradizioni locali, ad evidenziare lo straordinario contributo della comunità che ha resistito ai segni del tempo.
“Se quella che negli anni è diventata una tradizione, – interviene il primo cittadino – carica di significato e valore simbolico, capace di raccontare e tramandare la nostra storia e la cultura religiosa e sociale di San Casciano, lo si deve a coloro che l’hanno ideata, progettata e realizzata e continuano a metterla in campo curando ogni minimo dettaglio”.
“Voglio rivolgere un ringraziamento speciale a Paolo Bacci – tiene a dire – che per oltre 40 anni si è dedicato alla creazione delle Vecce pasquali e a Paola Migliorini che con pazienza si cimenta in un lavoro corale che nasce dal confronto con gli altri membri della Compagnia del Suffragio”.
“Ogni anno, nel passaggio dall’idea alla realizzazione, ci piace introdurre qualcosa di nuovo – fa sapere Paola Migliorini – quest’anno abbiamo utilizzato decine di piante per realizzare una cascata di vecce dal cui interno spicca la croce costituita da altrettante piante di grano”.
“Dell’attività di Paolo – ricorda il sindaco Ciappi – emergeva la spettacolare contrapposizione tra i colori vivaci delle piante e il pallore delle vecce, il contrasto cromatico creava un’emozione visiva e olfattiva ed un’immagine armoniosa che rievocava il significato più intrinseco del messaggio cristiano della Pasqua, ovvero la sacralità della Resurrezione”.
LE ORIGINI E IL SIGNIFICATO DELLA TRADIZIONE
La tradizione sancascianese dei Sepolcri viene da lontano e ruota intorno al significato religioso delle vecce, seminate un mese prima e tenute al buio, nelle cantine degli edifici religiosi, per favorire la fioritura.
Il risultato è lo sbocciare di finissimi fili bianchi che ricreano l’effetto di voluminose parrucche vegetali, utilizzate per rievocare la morte del Cristo.
Navate e altare diventano così una tela dipinta su cui le vecce, disposte secondo disegni geometrici che esaltano la bellezza delle piante ornamentali, si stagliano contrapponendosi al grano, simbolo di Resurrezione.
I colori e le forme delle composizioni floreali, arricchite da decine di piante di stagione quali gardenie, calle, margherite, begonie, ortensie azalee, gerani, offrono a cittadini e visitatori uno spettacolo davvero unico.
Le vecce pasquali che abbelliscono i Sepolcri sono visitabili fino a domani, lunedì 21 aprile.
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